Kung Fu o Gong Fu? Tai Chi o Taiji? Aiuto!!
La lingua Cinese, come tutte le lingue Asiatiche in generale, presenta delle radicali differenze rispetto alle lingue occidentali, differenze che hanno rappresentato e rappresentano ancora oggi un duro ostacolo per gli scambi inter-culturali e di conseguenza, nel nostro caso, per la divulgazione e l’approfondimento delle Arti Marziali.
Uno tra gli ostacoli più grandi è il fatto che la lingua Cinese non ha quasi mai una traduzione letterale nelle lingue occidentali ed è quindi necessario nella maggior parte dei casi, ricorrere all’interpretazione. Questa ‘interpretazione’ prevede ovviamente una profonda conoscienza, oltre che della lingua Cinese, anche dell’argomento che si sta traducendo.
Per questo motivo, molti dei testi di arti marziali tradotti in lingue occidentali sono imprecisi e spesso completamente discordanti dal concetto che l’Autore Cinese avrebbe voluto esprimere.
Nelle Arti Marziali, dove spesso si ha la necessità di ricorrere a terminologie legate a sensazioni fisico-posturali, stati mentali, concetti astratti e complessi da spiegare a parole, questo ostacolo è ancora più grande.
E’ tipico della cultura Cinese il ricorrere a modi di dire e termini legati strettamente alla loro storia e cultura della quale non sempre chi traduce ha una sufficiente conoscienza. E’ un po’ come quando si cerca di spiegare una sensazione provata leggendo un libro o vedendo un film senza che l’interlocutore lo abbia letto o visto.
Alcuni proverbi per esempio, tradotti in Italiano non hanno nessun significato in quanto esulano totalmente dal nostro modo di pensare, dalla nostra cultura e talvolta addirittura possono assumere significati discordanti dal pensiero originale proprio perchè i contesti ai quali si appoggiano non rientrano nella nostra esperienza.
Di conseguenza questo accade anche quando per esempio i Maestri Cinesi cercano di spiegare concetti complessi in italiano o comunque il lingue occidentali facendo riferimento a fatti, storie, aneddoti e leggende tipici della loro cultura che non hanno un corrispettivo nella nostra.
Il termine cinese ‘Qi’ di ‘respiro’ per chi ha una competenza nelle arti marziali ha un significato molto profondo e spesso diverso da come per esempio lo potrebbe tradurre un esterno.
L’impossibilità di ricorrere ad una traduzione letterale pone chi traduce nella condizione di dover decidere soggettivamente quale sia la trascrizione in lingua che meglio riesca a descrivere il concetto espresso in Cinese, di conseguenza la stessa frase rischia di avere versioni differenti e talvolta non oggettive.
La Lingua degli “Han”
Il Cinese, nonostante tutto, rimane la lingua con il maggior numero di parlanti al mondo seguito dall’inglese e dallo Spagnolo.
In Cina si parlano moltissime lingue dalle quali derivano altrettanti dialetti.
La lingua comunque più parlata è il ‘PUTONGHUA’ (lingua comune) definito successivamente dagli occidentali ‘Mandarino’ e che fa parte delle lingue che provengono dall’etnia più numerosa in Cina:
gli ‘Han’ dal quale deriva anche il termine Cinese ‘Han Yu’ (Lingua degli Han).
Il Putonghua è parlato soprattutto nella Cina Popolare, a Taiwan, a Hong Kong e nelle comunità Cinesi all’estero come per esempio nella nostra Città, Prato, dove ospitiamo una delle più grandi d’Europa.
Il Cinese “Hanyu” comprende 5 dialetti principali che in pratica sono vere e proprie lingue:
JIN: Putonghua, Guoyu
MIN: Minbei (Fuzhou), Minnan (Hokkien-Taiwanese)
YUE: Guangdong (Cantonese)
KEJIA: (dialetti Hakka)
WU: Shanghai
A questi, vanno aggiunte le lingue considerate minori come per esempio lo XIANG o Hunan e il Gan o Jiangxi.
Oltre che Hanyu, i Cinesi chiamano la loro lingua anche Zhong Wen (lingua della Cina) o Zhong Guo Hua (parlata cinese).
Il Putonghua è parlato da oltre 800 milioni di persone ed è per questo una delle lingue Ufficiali delle Nazioni Unite.
Il Cinese Mandarino (Han Yu – Pu Tong Hua)
E il dialetto considerato più semplice, ha quattro toni di pronuncia più un tono neutro. Quadi sempre una parola è formata da più sillabe, normalemente due o tre e difficilmente una soltanto.
Per fare un esempio, la parola ‘bicicletta’ è composta da tre sillabe (Zì Xíng Che) che alla lettera significherebbe ‘veicolo che si muove da solo’, la parola ‘automobile’ è invece composta da due sillabe (Qi Che) alla lettera significherebbe ‘carro a vapore’; un evoluzione del calesse!
La grammatica Cinese rispetto a quella Italiana è praticamente inesistente.
non ci sono desinenze;
niente maschile o femminile;
niente singolare o plurale;
niente articoli determinativi;
niente tempi ne coniugazioni dei verbi;
niente comparativi ne superlativi
Detto così sembra molto semplice, in realtà spesso il fatto di non poter contare su delle regole impone il doversi adattare a compromessi poco semplici da comprendere per noi occidentali e a dover gestire un numero indeterminato di eccezioni alle ‘non regole’.
Una particolarità, che rappresenta un duro scoglio per noi occidentali, è l’uso dei classificatori.
Sono una specie di articoli determinativi o indeterminativi che cambiano in base alla tipologia di determinato.
Un po’ come se il nostro ‘IL’ fosse diverso a seconda se preceda un libro piuttosto che un computer piuttosto che un fornaio.
Es:
Un uomo = Yi Ge Ren
Un libro = Yi Ben Shu
‘Ge’ classifica le persone
‘Ben’ classifica i libri, quaderni, tutto ciò che è rilegato.
Di questi ovviamente ce ne sono moltissimi per le categorie di oggetti più disparate, locali, apparecchi elettrici, mezzi di trasporto su terra, mezzi che volano, cose astratte, oggetti a punta, oggetti larghi…ecc ecc. Ovviamente da imparare a memoria tutti!
Le trasformazioni fonetiche
Per scrivere in caratteri occidentali su base alfabetica, i suoni della lingua Cinese, nel tempo si sono codificati dei sistemi di trasformazione (più correttamente “traslitterazione”) fonetica. Questi sistemi sono diversi l’uno dall’altro perché ognuno di questi è nato per adattarsi al meglio alla pronuncia del paese che lo ha adottato.
Citiamo i più famosi metodi di trasformazione fonetica:
PINYIN (拼音)
è il sistema di trascrizione ufficiale del cinese standard.
WADE-GILLES
era il più usato in Inghilterra ed europa prima che Pinyin divenisse uno standard internazionale
Ed altri tra i quali citiamo YALE ed E.F.E.O.
E’ importante sapere che la stessa parola, purché scritta con due metodi diversi, ha sempre e comunque la medesima pronuncia e il medesimo significato.
Per questo motivo per esempio “Kung Fu” e “Gong Fu”, rispettivamente Wade-Gilles il primo e Pinyin il secondo, si pronunciano uguali e significano la stessa identica cosa.
Molti tra i primi libri di arti marziali Italiani sono stati scritti in Wade-Gilles, questo ha rappresentato in alcuni casi un rischio in più di confusione ed un piccolo ostacolo per la ricerca di approfondimenti in Cina.
Attualmente tutti i vocabolari di Cinese utilizzano Pinyin come standard fonetico, di conseguenza è importantissimo conoscere il termine corretto in questo tipo codifica per trovare la giusta traduzione o il giusto carattere (ideogramma). Alcuni termini famosi, come ad esempio “Kung fu” sono conosciuti e diffusi con la vecchia traslitterazione Wade-Gilles, questo significa che se cercate su un vocabolario il termine “Kung Fu” troverete una traduzione che non c’entra nulla con il nome dell’arte marziale. Per la giusta traduzione sarà necessario ricercare invece il termine in Pinyin ovvero “Gong fu”. Anche il nome del nostro Maestro “Chang Dsu Yao” è scritto e diffuso in Wade-Gilles, quindi se volete cercare i giusti caratteri del nome, ovvero ( 张 祖 堯), dovrete cercare le voci “Zhang Zu Yao”