Lo stile degli Otto Poli 八極拳
Bajiquan (Pinyin) o Pa Chi Ch’uan (Wade Gilles) significa “stile degli Otto Poli” o “delle Otto Polarità”; in cinese si scrive 八極拳 . Si tratta di uno degli stili più praticati nel Kung Fu della Scuola Chang (Kung fu Chang) del M° Chang Wei Shin. E’ uno stile esplosivo e molto applicativo in combattimento che si basa su una postura forte e ben radicata al suolo ed un utilizzo totale di tutto il corpo per sferrare colpi devastanti.
BAJIQUAN – Un uragano di potenza
Come introduzione, riportiamo questo articolo di Stefano Pernatsch co-autore (insieme al M° Zuyao Wu) del libro (Bajiquan, i segreti degli Otto Poli), del quale consigliamo caldamente l’acquisto, che riassume egregiamente tutte le qualità di questo importantissimo stile di Kung fu. Successivamente descriveremo lo stile nel contesto della scuola Chang.
“Un uragano di potenza nato per conquistare. Uno stile che crea combattenti inarrestabili”
“Gli stili di kung fu sono più numerosi delle stelle in cielo”, recita un proverbio; in questo variopinto firmamento marziale, una stella brilla con intensità particolare, pur essendo assai difficile da osservare. Infatti la gloriosa storia del Bajiquan (Pinyin) o Pa chi ch’üan (Wade Gilles) rende essa sola conto dell’incredibile efficacia di questo stile.
Ecco come la descrive il dottor Zu Yaowu, Maestro della 8ª generazione di Bajiquan: sebbene si possa supporre la datazione del Bajiquan (o Pa Chi Ch’üan) a qualcosa come 1000 anni fa, le prime testimonianze scritte di questo stile risalgono a circa 300 anni orsono, quando il monaco Lei Kui Yuan apparve nel villaggio di Mengcun, provincia di Hebei. Da allora Mencun è conosciuto come “il paese del Bajiquan”, poiché l’arte venne tramandata in linea diretta e pura ai suoi abitanti per le seguenti 5 generazioni, prima di diffondersi nella vicina città di Tianjin e venire arricchito dalle esperienze dei singoli maestri. Tianjin è forse più conosciuta per le gesta del Maestro Huo Yuanjia conosciuto anche come “Eroe di Tianjin” la cui biografia romanzata è raccontata nel film “Fearless” con Jet Li (a tale proposito suggeriamo di dare un occhiata al nostro articolo “Cinema e Arti Marziali“
Ma la storia del Bajiquan prende una piega leggendaria quando i suoi destini si legano ai palazzi governativi: i suoi praticanti citano con fierezza il fatto che, a partire da Yung-Cheng che regnò dal 1723 al 1735, ogni imperatore della dinastia Ch’ing studiò il Bajiquan ed impiegò i suoi praticanti come guardie del corpo e allenatori per i suoi ufficiali.
Il successore di Yung, Ch’ien-Lung, dichiarò:
“Per la pace e gli stili morbidi abbiamo il Taijiquan, ma per combattere e conquistare abbiamo il Bajiquan”. E in effetti il Bajiquan fu usato in numerosi scontri di confine dai soldati che proteggevano le frontiere dell’Impero. Anche la guardia del corpo di Chiang Kai-shek e quella di Mao_Zedong erano praticanti di Bajiquan: dal momento che un simile ruolo richiedeva capacità non comuni, i suddetti leaders politici scelsero il sistema di combattimento che era risultato più efficace tra oltre 200.
Al giorno d’oggi, invece, lo stile viene insegnato alle forze speciali cinesi, nonché ai servizi segreti di paesi come Singapore e Vietnam. Alcuni vecchi maestri, tra cui Sifu Zu, disapprovano l’insegnamento a tali persone, perché esse utilizzano con troppa facilità il Bajiquan per uccidere. Questo è anche uno dei motivi per cui è così difficile trovare un vero esperto di questo stile: oltre alla tradizionale durezza e al rigore degli allenamenti, che già lo rendono meno accessibile, i suoi maestri sono sempre stati estremamente accorti nel trasmettere tecniche tanto pericolose. […]
Secondo Zu, il monaco Lei strutturò lo stile seguendo i principi scientifici della dinamica fisica, il che portò all’uso ottimizzato del corpo e della forza. Infatti uno dei segreti dell’efficacia del sistema, su cui Zu insiste costantemente, è la forza esplosiva: la forza di tutto il corpo dev’essere emessa con la massima velocità nell’atto del colpire; ogni sezione del corpo, con particolare enfasi su schiena e Dāntián, dev’essere perfettamente integrata nel movimento: ciò dà luogo all’espressione istantanea di una grande potenza.
I praticanti si lanciano con tutto il corpo addosso all’avversario, mantenendo tuttavia una posizione molto stabile. Infatti l’idea fondamentale è avere delle “radici” molto solide, tali per cui, nello scontro col nemico, questi volerà via, perché il suo baricentro, poco stabile, è stato violentemente spostato, mentre il combattente Bajiquan rimarrà ben saldo sul terreno.
Tutto ciò è riassunto nella frase “ai pan ji kao” (vicino toccare spingere puntellare). Ecco perché si dedica molto tempo all’allenamento statico delle posizioni, l’esercizio del “palo immobile” (Zhanzhuang), con cui le gambe divengono molto forti e scattanti, il corpo acquisisce la corretta centratura in riferimento al proprio baricentro (Dāntián) ed il c’hi si sviluppa profondamente. Quest’ultimo è infatti un elemento di assoluta importanza per lo sviluppo della forza esplosiva. Simili strategie richiedono una delle più famose doti dello stile, il coraggio, perché il praticante va sempre addosso all’avversario, fedele al detto dello stile “chin, chin, chin” (avanzare, avanzare, avanzare), per cui nel Bajiquan non si indietreggia mai. La scelta può essere tra lo schivare il colpo, deviarlo o assorbirlo, incassandolo, ma sempre colpendo in contemporanea. Il fine è essere in grado di uccidere l’avversario in due secondi, per cui lo scontro si risolve in tre colpi al massimo, quando non uno solo; questo perché il singolo colpo dev’essere abbastanza potente ed esplosivo da causare seri danni interni.
Naturalmente una simile strategia di combattimento richiede la pratica di condizionamento del corpo, attuata attraverso lunghe sessioni di allenamento al Mu zhuang (木樁), un tronco fissato al terreno, contro cui si battono ripetutamente i vari segmenti corporei.
Poiché si colpisce praticamente con ogni parte del corpo, tutte vanno condizionate. Date le premesse è assai raro che i compagni di allenamento si cimentino in combattimenti liberi, poiché non riescono ad eliminare il pericolo insito nelle tecniche ed i danni potenziali sarebbero troppo elevati.
Dal momento, tuttavia, che ogni singola tecnica delle forme di Bajiquan è direttamente applicabile e che i combattimenti preordinati godono di un realismo a dir poco scientifico, l’allievo acquisisce ben presto buone capacità di combattimento. Per gli stessi motivi, le applicazioni non vengono illustrate ad allievi troppo giovani ed esuberanti; ho sentito il maestro Zu raccomandare ad uno di essi: “Bajiquan pericoloso, no usare fuori; solo se nemico cattivo cattivo usare, anche pericolo uccidere“.
Un’altra strategia tipica, che richiede grande coraggio, è descritta dal nome con cui lo stile è parallelamente conosciuto: “Kai men Bajiquan”; “kai men” significa “aprire la porta” ed indica il fatto che il praticante finge di adottare una posizione di guardia aperta, allo scopo di attrarre, come in una tela di ragno, l’avversario; una volta che questi si è avvicinato per attaccare; la posizione del combattente Bajiquan cambia repentinamente, quando ormai è troppo tardi per evitare la trappola. In effetti non è raro che si adotti un comportamento di attesa dell’attacco avversario, per poi adattarvisi ed avere la meglio. Una tale presenza di spirito richiede anch’essa un addestramento adeguato.
In effetti, viene un momento in cui, ad un certo punto dell’addestramento, si inizia ad allenare il Qigong (ch’i kung) e lo spirito, con la combinazione dei quali è possibile realizzare pienamente la speciale potenza esplosiva del Bajiquan.
La pratica Qigong dello stile si ritiene originaria del Tempio di Shaolin e la sua teoria dice che l’essere umano nasce con una forza particolare; poi, crescendo, egli impara a camminare, ad usare gli arti e la muscolatura, così si inizia ad utilizzare una forza appresa, dimenticando quella naturale. Essa tuttavia può ancora fare la sua comparsa in occasioni particolari, come in presenza di panico, quando la mente si trova in una condizione di vuoto e la forza appresa viene dimenticata. L’allenamento del Bajiquan mira a fare riemergere la potenza primigenia, innata. Ecco perché il principiante si troverà all’inizio a compiere movimenti apparentemente scomodi e privi di utilità, per poi capire che quelli sono i movimenti più efficaci per produrre potenza e per combattere con la massima efficacia.
Per esempio sono numerose le tecniche in cui il corpo si comprime e si espande come una molla, per “esplodere addosso all’avversario”, oppure quelle in cui il piede batte con forza sul terreno, per produrre una vibrazione che favorisce la circolazione del Qi.
Uno dei segreti della potenza del Bajiquan è in effetti chiamato Bajiquan San Chui Li (potenza delle tre sorgenti: spalla, battito dei piedi e contrazione a molla dell’anca, coordinati dal Qi e dallo spirito ). Un’ulteriore incremento alla forza viene poi dato dalla particolare tecnica respiratoria, che privilegia una potente espirazione nasale, dal rumore caratteristico (heng ha ehr shi)..
Oltre all’enorme bagaglio di tecniche a mani nude, tipico di uno stile del nord (le forme originarie, in seguito arricchite da altre, sono: liu ta kai, Bajiquan shao jia, Bajiquan da jia, chin kang pa shi ed una forma a due). Lo studio del Bajiquan comprende un gran numero di armi, tra cui spicca la lancia, di cui il primo allievo del monaco Lei Kui Yuan, Wu Chung, fu un grande esperto, tanto da esser soprannominato Wu “lancia magica”.
Di Stefano Pernatch
BAJIQUAN NELLA SCUOLA CHANG
Lo stile Bajiquan, rappresenta indubbiamente uno degli stili più importanti del bagaglio tecnico culturale tramandato nella Scuola Chang. Nonostante questo stile sia meno conosciuto e forse meno famoso di altri (es. Taijiquan, Winchung), ecc.), si tratta senza ombra di dubbio di uno degli stili più applicativi e potenti del Kung fu tradizionale. Per questa sua particolarità, come riportato anche dal precedente articolo, è stato programma di addestramento della forze dell’ordine in Cina e a Taiwan e di molti corpi speciali. Ancora oggi molte tecniche di Bajiquan sono insegnate in ambito militare e anche in contesto civile come metodo di difesa personale.
Motivo della scarsa diffusione dello stile rispetto ad altri è il fatto che in Cina, nel passato questo stile era riservato a pochi eletti e trasmesso in un contesto di segretezza e riservatezza.
In Italia dobbiamo ritenerci molto fortunati perché abbiamo avuto ed abbiamo tutt’oggi due importantissime Scuole che tramandano gli insegnamenti di Bajiquan. Una è senza dubbio la Scuola del Maestro Wu Zuyao, fonte del precedente articolo e l’altra è la Scuola Chang del Maestro Chang Dsu Yao, che attraverso il figlio Chang Wei Shin da moltissima importanza allo studio e all’approfondimento di questo stile.
Entrambe le scuole portano avanti un programma di Bajiquan molto simile e probabilmente di medesima radice. La domanda che spesso ci si pone è appunto se i due grandi Maestri, Wu e Chang (padre) si siano mai allenati insieme. Molti sostengono di si ma ancora purtroppo non abbiamo riscontri ufficiali per poterlo affermare con certezza.
Una cosa ormai accertata è comunque il fatto che le forme Liu da kai di Kai men Bajiquan, la Xiaojia e la Dajia, non venissero insegnate dal Maestro Chang Dsu Yao. Questa parte di Bajiquan è stata introdotta successivamente dal figlio Chang Wei Shin ad integrazione del programma base tramandato dal padre caratterizzato essenzialmente dallo studio della “Nanjing jia” o “Bajiquan fa” e rappresenta attualmente una aspetto molto importante e tecnico dello studio dello stile e degli allenamenti per i più esperti.
In ogni caso il fulcro di origine di questo stile dovrebbe essere effettivamente la provincia di Hebei (Mengcun) e il Maestro che dovrebbe aver tramandato il Bajiquan a Chang Dsu Yao dovrebbe essere con molta probabilità Liu Pao Ch’un (Liu Baojun). Da altre fonti risulterebbe invece che la città di origine di questo Bajiquan sia Nanchino (Nanjing).
Non è escluso che il Bajiquan tramandato dal Maestro Chang possa quindi includere due ceppi di provenienza diversa ma questa fino ad oggi è e rimane una supposizione.
Il Bajiquan praticato nella scuola Chang in Cina è chiamato ‘Bajiquan Laojia’ ovvero “l’antica scuola di Bajiquan”. In particolare, il Maestro Chang Dsu Yao insegnava la forma definita “accademica”, la Nanjing jia (forma di Nanchino) che nel programma originario della scuola veniva chiamata appunto Bajiquan fa. Il nome “accademica” si suppone fosse attribuito al fatto che questa era la forma che il Maestro insegnava nell’accademia militare e che per molti anni è stata insegnata alle forze dell’ordine come preparazione al corpo a corpo.
LA TECNICA NEL BAJIQUAN
Lo stile Bajiquan si basa essenzialmente su colpi e proiezioni eseguite su linee rette con movimenti brevi ed esplosivi nelle otto direzioni dove la potenza delle tecniche, portate con qualunque parte del corpo, è data dalla corretta ed estremamente radicata posizione dell’esecutore che su ogni attacco porterà il peso di tutto se stesso percuotendo e travolgendo l’avversario.
Abbiamo già più volte affermato che il Bajiquan è uno tra gli stili maggiormente efficaci nelle applicazioni tecniche in combattimento. Questo perché il suo metodo di allenamento si basa poco sulla ricerca della perfezione estetica della forma o la sua componente di teatralità ma si concentra esclusivamente sull’efficacia funzionale in combattimento. Gli esercizi infatti sviluppano nel tempo una postura forte e ben radicata e condizionano gli arti mentre le tecniche mirano tutte ad utilizzare al massimo la funzionalità biomeccanica del corpo umano. Per raggiungere questi livelli di esplosività è fondamentale avere pieno controllo sulla respirazione e sull’emissione di forza “Fajin” ad essa legata indissolubilmente.
Parlando di postura, una delle pratiche di allenamento importanti nel Bajiquan è lo “Zhan zhuang” (palo immobile) nelle posizioni principali come ad esempio Mabu ding zhou, Mabu chong quan, Mabu zheng zhang che oltre a potenziare e condizionare la componente fisica, contribuisce a migliorare il radicamento e la stabilità; aspetto essenziale del Bajiquan.
Le posizioni principali (Bufa) nel Bajiquan sono le stesse che si studiano anche in altri stili ma sono molto più strette e soprattutto tendono ad abbassare molto il baricentro, quindi piuttosto basse.
Il Mestro Wei Shin a volte cita un vecchio proverbio Cinese che tradotto suona tipo: “Un centimetro più basso, dieci volte più potente“.
Consigliamo di dare un occhiata all’articolo sulle posizioni di base del Kung fu Chang.
ZHEN JIAO
Un altro aspetto sul quale il Maestro Wei Shin spesso pone l’accento e che contraddistingue lo stile in modo particolare è la tecnica chiamata “Zhen jiao”. Si tratta del vigoroso colpo del piede sul suolo eseguito con tutto il peso del corpo e che per questo motivo emette un suono pieno e sordo. In realtà il piede è solo l’ultima parte del corpo che entra in gioco mentre l’aspetto importante è il lasciar cadere la gamba rilassata a terra senza spingerla con la forza muscolare né saltando ma solo concentrando il proprio peso nel punto preciso di impatto.
L’allenamento di questo gesto tecnico è importante oltre che per rinforzare gli arti inferiori, anche per migliorare la stabilità conferendo alla tecnica una notevole potenza in più proprio grazie a questo “caricamento”. Zhen jiao infatti viene eseguito un istante prima di effettuare la tecnica d’impatto e ne rappresenta il momento di concentrazione della forza e del radicamento. Per tale motivo, Zhen jiao viene eseguito in fase di inspirazione, proprio perché precede il Fajin (emissione di forza esplosiva in espirazione e contrazione addominale spesso accompagnata da suono).
La percussione così potente del suolo, dice il M° Wei Shin, è anche un modo per incutere timore nell’avversario, manifestando la propria imponenza fisica e la propria determinazione.
Sembra che nell’antichità in Cina, molti praticanti di questo stile talvolta si rompessero addirittura le caviglie dalla potenza con la quale allenavano questo principio.
E’ comunque consigliabile allenarsi con delle scarpe con una suola piuttosto alta ed ammortizzata per evitare, talloniti e infiammazioni alle ginocchia almeno fino a quando gli arti inferiori non saranno condizionati e rinforzati a sufficienza.
MABU DING ZHOU (马步顶肘)
Si tratta della posizione più importante e più utilizzata nell’allenamento dello Zhan zhuang del Bajiquan.
La traduzione in italiano potrebbe essere descritta come “Puntellare il gomito” nella posizione del Cavaliere (Mabu).
La posizione delle gambe è Mabu, i pugni sono “vuoti”, le spalle sono rilassate e la postura segue il principio “Han xiōng bá bèi” (si veda l’apposita sezione dedicata ai 10 principi di Yang Chen Fu), un braccio esegue la tecnica di gomito (zhou) con il palmo della mano rivolto verso il cielo “tian” elemento Yang e molto vicino al mento. Lo sguardo è posto nella direzione della tecnica.
Quando l’altro braccio è piegato e vicino all’anca “Di” (elemento Yin) la posizione prende il nome di Mabu liangyi ding zhou. “Liangyi” si sono i due poli opposti Ying e Yang. Quando l’altro braccio invece è disteso la posizione prende il nome di Mabu danyi (un solo polo).
Nel “Quanpu” del Bajiquan si menziona un detto per questa posizione:
“Huai bao ying er shou tuo shan shi zhi zhua di tou ding tian“
Le mani tengono in braccio il neonato e sostengono una montagna, le dieci dita dei piedi artigliano il terreno, la testa sostiene il cielo.
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Applicazioni mabu ding zhou
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Applicazioni mabu ding zhou
DA ZHUANG E TUI DA
Con il termine Da zhuang si comprendono tutte le sequenze tecniche di percussione del palo di legno (Mu zhuang). Queste sequenze possono anche essere eseguite a coppia e quindi senza il palo, usando il rispettivo compagno di allenamento come bersaglio dei proprio colpi; in questo caso si parla di Tui da zhuang (tecniche di percussione del palo a coppia). Sono diversi tipi di tecniche volte a condizionare gli arti, a sviluppare la potenza e migliorare l’applicazione del peso del corpo negli attacchi. Essi sono svolti in modo molto rilassato, spalle morbide e possono essere statici o con avanzamenti quasi sempre in Mabu e Zuobu, talvolta agganciandosi anche con i piedi. Sono ottimi per prepararsi a combattimenti liberi e prestabiliti. Il Maestro Weishin spesso riporta questa frase “se vuoi imparare a combattere, non serve fare molte forme ma serve fare molto Tui da”.
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Da zhuang – Esempio di esercizio a coppia (tui da)
Tra queste sequenze, una molto praticata si chiama San kao bi che letteralmente significa “Tre colpi di braccio”. Questo esercizio, in tutte le sue numerose varianti, consiste essenzialmente nel colpire il palo o il braccio del proprio compagno. E’ un ottimo modo per imparare ad usare il corpo quando si sferrano i colpi e per condizionare gli arti rendendoli molto più forti e vigorosi a livello muscolare, osseo e tendineo.
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Sankaobi (三靠臂) – Tre colpi di braccio
DUIDAQUAN (对打樁) E LIUZHOUTHOU (六肘头)
Tra le sequenze di combattimento prestabilito a coppia (Duilian), nella scuola Chang si allenano molto “Duidazhuang (对打樁)” e “Liuzhoutou (六肘头)”. La prima è una sequenza divisa in tre parti che include colpi, prese, leve e controleve. La seconda è una sequenza molto più grezza ma anche più applicativa che parte con Sankaobi (tre colpi di braccio) e comprende pugni, gomitate, spallate, e relative uscite e parate. Quest’ultima viene chiamata anche “Boji (combattimento) delle guardie imperiali” proprio perché pare fosse uno dei metodi di allenamento usati dagli uomini che difendevano l’imperatore.
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Altri esempi di Da zhuang – Tui da
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Analisi biomeccanica della forza nelle tecniche di Bajiquan
Gli allenamenti di Bajiquan sono particolarmente intensi e impegnativi e mettono a dura prova il fisico. Per questo motivo, in molte scuole di Bajiquan viene anche tramandata una modalità di massaggio tradizionale (Tuina) e di stimolazione di alcuni punti di Agopuntura con proprietà antalgiche e rinvigorenti.
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Esempio di Tuina (massaggio tradizionale) del Bajiquan
FILOSOFIA E STRATEGIA DEL BAJIQUAN
La prima dote che un praticante di Bajiquan deve avere, ripete instancabilmente il Maestro Chang Wei Shin, è il coraggio. Poi viene il resto. Tra i vari proverbi che si menzionano nel Kung fu ce n’è uno che riguarda proprio questo aspetto del coraggio “Yī gān, èr lì, sān jìshù” (一肝, 二力, 三技术) che significa: “Per prima cosa serve fegato (i cinesi associano questo organo a questa virtù), poi serve forza e infine tecnica“. Chiaramente per “forza” qui non si fa riferimento ai “muscoli da specchio” (ipertrofia ai fini estetici) ma a quelli funzionali allo scopo per il quale la tecnica nasce. Questa forza è ottenuta dal corretto allenamento ed è una sinergia tra quella muscolare e quella data dall’intenzione e dal proprio atteggiamento (attitudine e determinazione).
Le tecniche di Bajiquan sono create appositamente per neutralizzare un qualsiasi attacco avversario purché si abbia il coraggio di avanzare senza mai arretrare.
Nel Bajiquan infatti non si arretra mai, si attacca sugli attacchi e si attacca a prescindere da quale sia la tecnica che l’avversario sta eseguendo, per questo ci vuole una buona dose di coraggio che sarà appagata in combattimento spesso sorprendendo l’avversario.. Esistono a tal scopo anche delle tecniche che servono proprio per indurre l’avversario ad attaccare nel caso questo resti troppo sulle difensive. Le tecniche di Bajiquan, a differenza di molti stili di Kung fu, non sono in due tempi (difesa, attacco) ma in un solo tempo. Le tecniche (sempre di attacco) prevedono nella loro esecuzione, la protezione delle parti più esposte del proprio corpo e l’apertura dell’eventuale guardia dell’avversario (kai men). Un importante obbiettivo di chi pratica Bajiquan è quello che viene definito in Cinese “Kai men” (aprire le porte) che in senso figurato significa creare una possibilità di accesso, un apertura nelle difese dell’avversario. Il Bajiquan viene infatti anche chiamato Kai men Bajiquan per questo motivo.
Le tecniche “Kai men” sono contenute in moltissimi esercizi di allenamento e in quasi tutte le forme.
Un applicazione e un allenamento tipico di questo concetto sono i Kai men liu da kai che approfondiremo più avanti. In quasi tutte le tecniche di Bajiquan si nota chiaramente un atteggiamento molto chiuso, petto in dentro, spalle rilassate e testa sempre molto protetta dalle braccia e dalle spalle (Han xiōng bá bèi)
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Applicazioni combattimento libero | Baji contest in Cangzhou (Hebei) 1988
IL PROGRAMMA DI STUDIO NELLA SCUOLA CHANG
Nella scuola Chang questo stile viene insegnato solo dopo un buon periodo di pratica ed una buona acquisizione delle tecniche base e dei principi base del Kung fu tradizionale.
Il programma comincia con l’allenamento del “palo immobile” delle tecniche e delle posizioni fondamentali di Bajiquan e di tecniche ripetute di condizionamento “Da zhuang” come ad esempio “San kao bi” descritte precedentemente. Una volta acquisita a sufficienza una buona consapevolezza tecnica e posturale, si passa allo studio delle forme e delle applicazioni (Nanjing jia, Xiao jia, Da jia, Liu da kai, Silan quan ecc. ecc.)
BAJIQUAN NANJING JIA (八极拳 南京架)
La prima forma che viene insegnata è un antica forma tradizionale che nella bibliografia della scuola Chang è chiamata Bajiquan fa (fondamentali del Bajiquan). Come scritto nell’articolo precedente, questa forma in Cina è più comunemente chiamata “Nanjing Jia” (scuola di Nanchino). Si tratta di una forma piuttosto breve che esprime molta potenza nei movimenti ed esalta al massimo il principio “Zhen jiao” trattato precedentemente. E’ una forma composta da colpi e proiezioni applicabili in combattimento e da leve e contro leve molto efficaci come “Da Zhan” (grande cerchio) e “Xiao Zhan” (piccolo cerchio).
Questa forma non è attualmente molto diffusa e in alcune scuole cinesi viene chiamata anche Dajia esattamente come la forma che menzioneremo successivamente. E’ probabile che si tratti di una sequenza più breve e semplificata del medesimo ramo del Dabaji o appunto Bajiquan dajia.
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Esempio forma Nanjingjia (Bajiquan fa)
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Esempio forma Nanjingjia (Bajiquan fa)
BAJIQUAN LIU DA KAI (八极拳 六大開
Nella nostra scuola per semplicità sono anche chiamate “forme brevi”. Si tratta di sequenze di allenamento di un numero limitato di tecniche da eseguire inintterrottamente fino all’acquisizione del principio che incarnano. Ognuno dei sei “Liu da kai” infatti, contiene un principio di forza diverso e di conseguenza le tecniche sfruttano questo principio allenante. Per questo è molto importante aver ben chiaro e distinguere bene un esercizio dall’altro lavorando sul giusto concetto tecnico posturale di applicazione della forza.
Liu da kai significa “le sei grandi aperture” e fanno parte del Kai men Bajiquan ovvero il “il Bajiquan delle aperture delle porte”, dove per porta si intende la guardia dell’avversario e il concetto di trappola (far entrare volutamente nella propria guardia per applicare una tecnica precisa. Aprire la porta significherebbe in questo senso crearsi un varco per poter oltrepassare le difese dell’avversario, un punto debole nella sua difesa ma soprattutto nei suoi attacchi.
I Liu da kai, servono per allenare questo principio fondamentale del Bajiquan in quanto l’intenzione del praticante deve essere quella di non arretrare mai avanzando sempre anche sugli attacchi con tecniche che sono al tempo stesso parata e attacco.
Si dice che non esista Bajiquan senza Liu da kai e che queste “forme brevi” rappresentino la madre dello stile. Le forme brevi attualmente insegnate nella ns. scuola sono le seguenti, l’ordine può differire tra diverse scuole, si ringrazia il M° Chang Wei Shin per i caratteri scritti e per gli approfondimenti.
Liu da kai – Le sei Forme brevi del Bajiquan
1 | Ding | Forza che “puntella”. Si tratta di una forza lineare ed equilibrata che prevede attacchi dritti con tutte le parti del corpo. “Andare sempre avanti come un toro”. Questo principio prevede appunto l’andare avanti sugli attacchi dell’avversario senza difendere ma attaccando a propria volta. | |
2 | Chan | Forza che “avvolge in torsione” Si tratta di una forza a spirale che parte con movimenti circolari piccoli o grandi che convergono la forza verso l’avversario. (Da zhan, Xiao zhan ne sono un classico esempio) | |
3 | Kua | Forza di “anca” Si tratta di una forza che incrocia, ovvero che va in due direzioni perpendicolari, che chiude in una forbice. | |
4 | Bao | Forza che “abbraccia” Si tratta di una forza che stringe verso l’interno e apre verso l’esterno in modo circolare | |
5 | Ti | Forza che “sale verso l’alto” Si tratta di una forza che parte da terra (Di) e sale verso il cielo (Tian) in linea verticale. Molto efficace nelle proiezioni. | |
6 | Dan | Forza che “ondeggia” Si tratta di una forza molto esplosiva e rapida che unisce la “durezza del ferro” e la “morbidezza del cotone”. Dan significa “trasportare”. Per rendere l’idea del movimento “ad onda” si prende come esempio il movimento oscillatorio che fanno i due secchi di acqua trasportati dal contadino sulla spalla appesi alle estremità del bastone. Camminando i due secchi pesanti cominceranno a sobbalzare per via della flessibilità del bastone. |
BAJIQUAN XIAO JIA (八极拳 小架)
Questa è la seconda forma che viene proposta nella Scuola Chang. Una forma molto più lunga della precedente dai movimenti più complessi che si ritrovano anche nei Liu da kai che tratteremo successivamente. “Xiao” in cinese significa “corto”. Per “corto” ovviamente non ci si riferisce alla durata della forma ma alla caratteristica dei movimenti più brevi e meno estesi. Di questa forma tutt’oggi si conosce ancora la versione tradizionale antica creata probabilmente dal monaco Lai, spesso viene chiamata anche xiao jia yi lu.
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Esempio forma Xiaojia (Xiaobaj)
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Esempio forma Xiaojia (Xiaobaj)
BAJIQUAN DA JIA (八极拳大架)
Questa è terza forma che viene insegnata agli allievi più avanzati nella Scuola Chang. Una forma molto complessa nella quale si alternano movimenti ampi e circolari a tecniche brevi e molto esplosive. “Da” in cinese significa “grande”. Per “grande” ovviamente non ci si riferisce alla durata della forma ma alla caratteristica dei movimenti più lunghi, ampi ed estesi.
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Esempio forma Dajia (Dabaji)
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Esempio forma Dajia (Dabaji)
BA JI QUAN SILAN QUAN (八级拳 四郎宽)
E’ una forma molto lunga e complessa, considerata da molti una forma di livello particolarmente avanzato proprio per la complessità delle tecniche. Il nome della forma non ha come nelle precedenti un riferimento che identifica o contraddistingue le tecniche o la provenienza (Nanjing, xiao, da) ma è piuttosto romanzato. Silan Quan si può tradurre come “i 4 giovani uomini dai grandi pugni”
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Esempio forma Silanquan
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Esempio forma Silanquan (M° Bartolucci, Lucarini, Manenti)
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Documentario cinese sul Bajiquan
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Documentario cinese sul Bajiquan